L’arbitrato è una procedura di risoluzione delle controversie di tipo civile e commerciale, alternativa al giudizio in tribunale. Infatti non è richiesta la presenza di un giudice ordinario, ma a decidere è un arbitro (arbitro unico) o un collegio arbitrale. Rispetto al giudizio in tribunale, però, la procedura di arbitrato è generalmente più veloce.

A differenza che in passato,  oggi i costi per il ricorso all’arbitrato si sono ridotti, mentre sono aumentati quelli per il tribunale. E’ quindi un’alternativa valida per le aziende e le società che non intendono affrontare spese legali onerose e lunghi tempi di attesa per la risoluzione delle controversie.

Come funziona?

L’arbitrato è disciplinato dagli articoli 806-840, libro IV, titolo III del Codice di Procedura Civile e coinvolge tre parti:
1) l’arbitro unico o il collegio arbitrale (che è formato da tre arbitri) chiamato a decidere sulla questione
2) le due parti contendenti rappresentate dai loro legali.

Gli arbitri sono generalmente Avvocati, ma possono essere chiamati a ricoprire questo ruolo anche professionisti in altri campi, a seconda del caso.

Nomina dell’arbitro unico

Quando vi è un solo arbitro, questo viene individuato di comune accordo dalle parti.
Se non è possibile individuare un arbitro che vada bene ad entrambe, la nomina è demandata ad un terzo soggetto, solitamente il Presidente del Tribunale o un soggetto equipollente.

Nomina del collegio arbitrale

Quando invece a giudicare è il collegio arbitrale, ciascuna delle due parti nomina il proprio arbitro (arbitro di parte).
I due arbitri incaricati nominano poi di comune accordo un Presidente del collegio arbitrale.
Se non riescono ad accordarsi, la nomina è demandata ad un terzo soggetto, anche in questo caso, si tratta solitamente del Presidente del Tribunale o un soggetto equipollente.

L’infografica che segue mostra in modo sintetico quali sono le parti coinvolte nella procedura di arbitrato:

Infografica che illustra quali sono le parti coinvolte nella procedura di arbitrato

Parti coinvolte nella procedura di arbritrato

Viene infine scelta una sede per l’arbitrato, che generalmente è lo studio del Presidente del collegio arbitrale o dell’arbitro unico. Gli arbitri indicano quindi le regole del procedimento, sebbene di solito siano le parti stesse a concordare come si svolgerà il procedimento, tramite la  convenzione arbitrale o clausola compromissoria.
E’ una clausola con cui, al momento della sottoscrizione del contratto, le parti pattuiscono che se sorge un giudizio tra loro, ricorreranno ad un arbitro per dirimerlo. Se non indicano alcuna regola, invece, vale la legge, quindi l’arbitro o il collegio arbitrale si atterranno agli articoli del Codice di procedura Civile.

Le stesse parti possono definire anche la durata del procedimento, cioè entro quanto tempo l’arbitro, o gli arbitri, debbano decidere.

Arbitrato: da non confondere con la mediazione e la conciliazione

Le parti coinvolte in una lite hanno diversi modi per risolvere la loro controversia.
Inizialmente, finché c’è spazio per un accordo, possono cercare di trovare una soluzione che vada bene ad entrambe, con la negoziazione assistita e la mediazione (fase pregiudiziale). Quando però la frattura risulta irreparabile, devono rimettere ad un terzo imparziale la decisione, che può essere il giudice del tribunale o l’arbitro, se decidono di ricorrere all’arbitrato.

Quindi la differenza sostanziale tra arbitrato, mediazione e conciliazione è che il primo, analogamente al processo in tribunale, avviene quando le parti non riescono a trovare un accordo, le seconde sono invece perseguibili  in fase pregiudiziale.

Tipi di arbitrato: rituale e irrituale o libero

Le parti possono decidere se ricorrere all’arbitrato rituale o all’arbitrato irrituale o libero.

L’arbitrato rituale è disciplinato dal Codice di procedura civile e si verifica quando le parti chiedono all’arbitro che la sua decisione (lodo) abbia effetti esecutivi nel dirimere la lite. Quindi la decisione dell’arbitro è vincolante per le parti ed ha la stessa validità della sentenza del tribunale.

Invece, con l’arbitrato irrituale o improprio o libero, che non ha un vero e proprio inquadramento legislativo, le parti chiedono all’arbitro una dichiarazione di volontà di tipo transattivo o accertativo di quelli che sono i loro diritti e obblighi. In questo caso non si richiede all’arbitro di decidere, ma semplicemente di stabilire una pronuncia che vale come accordo tra le parti.

Esistono poi arbitrati specifici per alcuni settori (bancario, finanziario, assicurativo…) che non applicano le norme del codice di procedura civile, ma specifici regolamenti di quel comparto.

Per quali controversie vi si ricorre maggiormente

Al di là degli arbitrati bancari, assicurativi e di settore, nell’arbitrato “tradizionale” di tipo commerciale e civile, le controversie riguardano principalmente questioni di diritto commerciale, diritti reali (proprietà, usufrutto, enfiteusi…),  appalti e controversie rispetto agli incarichi professionali.

I vantaggi dell’arbitrato: velocità e contenimento dei costi

Come anticipato, un tempo i costi per l’arbitrato erano piuttosto consistenti, mentre ricorrere al tribunale era meno oneroso. Oggi invece la situazione si è ribaltata. Una causa in tribunale si risolve spesso dopo anni e le parti coinvolte devono sostenere spese elevate prima che il giudice emetta una sentenza.

Ricorrere all’arbitrato può essere invece economicamente anche più conveniente e rapido, perché le parti possono stabilire in quanto tempo l’arbitro (o gli arbitri) devono decidere, di solito dai 60 ai 120 giorni.

Infografica che illustra i vantaggi dell'arbitrato rispetto al giudizio in tribunale

I vantaggi dell’arbitrato rispetto al giudizio in tribunale

 

La nostra esperienza al vostro servizio

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Grazie all’esperienza acquisita in materia tiene corsi di formazione sull’arbitrato  per chi desidera approfondire questo istituto.

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