La cooperativa è una società a capitale variabile con scopo mutualistico (art. 2511 codice civile).
È un’impresa, quindi, formata da almeno 3 persone, i soci, che si uniscono per realizzare scambi a condizioni più vantaggiose di quelle che avrebbero sul libero mercato, se agissero in autonomia.
Che forma societaria deve avere una cooperativa e quanti tipi di cooperative esistono?
Le risposte nei prossimi paragrafi.
Numero di soci e forma societaria
Se i soci della cooperativa sono in un numero compreso fra 3 e 8, deve trattarsi obbligatoriamente di persone fisiche e la società deve adottare la forma della s.r.l. (società a responsabilità limitata).
Se invece i soci sono da 9 a 19, con un attivo patrimoniale fino a 1 milione di euro, possono essere sia persone fisiche che giuridiche e la cooperativa può essere o una s.r.l. o una s.p.a. (società per azioni).
Se i soci sono da 9 a 19, con un attivo patrimoniale di oltre 1 milione di euro, oppure sono più di 19 con un attivo patrimoniale qualsiasi, i soci possono essere sia persone fisiche che giuridiche, ma la cooperativa deve avere la forma della s.p.a.
Come le altre società, la cooperativa prevede:
– il conferimento di capitale
– la partecipazione agli utili
– la partecipazione alla gestione della società
Rispetto alle altre forme societarie, invece, la cooperativa dà la possibilità ai suoi soci di realizzare rapporti di scambio a condizioni più vantaggiose di quelle che troverebbero sul mercato. È la natura di questo rapporto di scambio a determinare i diversi tipi di cooperativa previsti dalla legge.
Classificazione in base al tipo di rapporto mutualistico tra socio e cooperativa
A seconda del tipo di rapporto mutualistico che c’è tra la cooperativa ed il socio, la legge prevede 3 tipi di cooperative:
1) Cooperative di utenza
Quando i soci sono consumatori di beni acquistati dalla cooperativa o utenti di servizi che questa offre
2) Cooperative di lavoro
Quando i soci si uniscono per creare condizioni di lavoro migliori (si parla in questo caso di “socio lavoratore”)
3) Cooperative di supporto
Quando le cooperative vendono sul mercato beni e servizi offerti dai soci che ne fanno parte
Oltre a questa categorizzazione prevista dalla legge, le cooperative vengono classificate anche in base all’attività svolta.
Classificazione delle cooperative rispetto all’attività svolta
In questo caso le cooperative si dividono in:
1) Cooperative di consumo
Nascono per assicurare ai soci-consumatori beni di consumo e beni durevoli a prezzi più bassi di quelli di mercato. Per farlo gestiscono punti vendita aperti quasi esclusivamente ai soci e sono tipicamente cooperative di utenza.
2) Cooperative di produzione e lavoro
Nascono per dare ai soci condizioni di lavoro migliori di quelle che avrebbero sul mercato, sia in termini di qualità del lavoro che economici, per farlo offrono beni e servizi, e sono tipicamente cooperative di lavoro.
3) Cooperative agricole
I soci di queste cooperative sono coltivatori. Possono svolgere l’attività diretta di conduzione agricola o far commercializzare o trasformare i loro prodotti alla cooperativa.
Possono essere cooperative di supporto o di lavoro: il primo caso si verifica quando i soci sono imprenditori agricoli ed il rapporto con la cooperativa si basa sul conferimento dei prodotti; sono cooperative di lavoro, invece, quando l’attività riguarda la conduzione dei terreni, per esempio, nel caso delle cooperative di braccianti.
4) Cooperative di abitazione
Realizzano complessi edilizi da assegnare ai soci e sono cooperative di utenza.
5) Cooperative di trasporto
Associano i singoli trasportatori per offrire servizi logistici, amministrativi e di acquisizione delle commesse, oppure è la cooperativa che gestisce in proprio i servizi di trasporto e si avvale di soci-lavoratori. Sono cooperative di supporto se associano trasportatori imprenditori e cooperative di lavoro se i trasportatori sono soci lavoratori.
6) Cooperative della pesca
I soci di queste cooperative sono pescatori. In questo caso è possibile che vi sia un impegno diretto dei soci oppure che la cooperativa offa un’attività di servizio ai propri associati (acquisto di beni di consumo, beni durevoli, commercializzazione o trasformazione dei prodotti ittici). Se i soci sono imprenditori si tratta di cooperative di supporto, se invece sono lavoratori, si tratta di cooperative di lavoro.
7) Cooperative di dettaglianti
Sono costituite da soci imprenditori del commercio che, grazie alla cooperativa, possono usufruire di servizi di acquisto collettivo, amministrativi e finanziari. Sono di solito cooperative di supporto.
8) Cooperative sociali
Sono regolamentate dalla legge 381 del 1981 e il loro scopo è quello di “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini”. Possono essere di due tipi:
– Tipo A: cooperative sociali che gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi
– Tipo B: cooperative sociali che svolgono attività diverse finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nel settore agricolo, industriale, commerciale o nei servizi
Infine, esistono anche i consorzi cooperativi, che sono formati da più cooperative e le banche di credito cooperativo, che offrono ai soci servizi finanziari e bancari a condizioni vantaggiose.
Questa infografica riassume le principali categorie di cooperative presenti in Italia:
Cooperative a mutualità prevalente VS cooperative a mutualità non prevalente
Per concludere, le cooperative possono essere a mutualità prevalente o a mutualità non prevalente.
Solo nel primo caso possono rientrare in un regime fiscale agevolato.
Il requisito della prevalenza richiede che la cooperativa, nello svolgimento della sua attività:
– la svolga prevalentemente in favore dei suoi soci (consumatori o utenti)
– usi prevalentemente beni e servizi prodotti e offerti dai suoi soci
– si avvalga prevalentemente delle prestazioni lavorative dei suoi soci
Sono agli amministratori e i sindaci della società cooperativa a dover documentare la condizione di prevalenza nella nota integrativa del bilancio. Le cooperative sociali sono di diritto a mutualità prevalente.