Al verificarsi di un lutto, inizia la successione, la procedura giuridica che determina il trasferimento dei rapporti giuridici attivi e passivi dal defunto ai suoi eredi. L’adempimento fiscale obbligatorio attraverso cui si attua è la dichiarazione di successione. Vediamo di cosa si tratta.
Dichiarazione di successione: di cosa si tratta?
Tre sono le tipologie di successione previste dall’ordinamento italiano. Si parla di successione testamentaria quando il testamento assegna il patrimonio del defunto agli eredi (ed eventualmente ai legatari). Quando un testamento non c’è o viene dichiarato invalido interviene la successione legittima: è la legge ad individuare gli eredi e ad assegnare loro i beni. Infine, si parla di successione necessaria quando il de cuius (il defunto) ha assegnato i suoi beni ma senza includere i congiunti più stretti, che hanno diritto obbligatoriamente ad una quota di eredità.
In tutti questi casi, è necessario presentare la dichiarazione di successione. Disciplinata dal Testo Unico numero 346 del 1990 in materia d’imposta sulle successioni e donazioni, consiste nella dichiarazione all’Agenzia delle Entrate in cui si comunica l’apertura della successione, dopo la quale potrà avvenire il subentro degli eredi nel patrimonio del defunto se questi accetteranno l’eredità.
Potrebbe interessarti leggere anche: Successione testamentaria: cos’è e cosa prevede
Dichiarazione di successione: da chi va presentata, entro quando e dove
La dichiarazione di successione deve essere presentata da:
- i chiamati all’eredità, e dunque i soggetti che ancora non hanno accettato l’eredità ma a cui potenzialmente può essere trasmessa una quota del patrimonio;
- gli eredi, e quindi coloro che hanno accettato l’eredità;
- i legatari, che ricevono dal testatore uno o più beni (es. un quadro o un gioiello) per i quali l’accettazione non è richiesta;
- i rappresentanti degli eredi e dei legatari;
- gli amministratori dell’eredità e i curatori dell’eredità giacente, previsti dalla legge in casi particolari;
- gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente, in caso di persona scomparsa o di cui non si hanno notizie da almeno due anni;
- gli esecutori testamentari e i trustee, su volontà del testatore.
Non sono tenuti a presentare la dichiarazione il coniuge e i parenti in linea retta del defunto, se l’eredità non supera i 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.
Il termine entro cui presentare la dichiarazione di successione è fissato in 12 mesi a partire dal momento dell’apertura della successione, coincidente in genere con la morte del testatore. La presentazione tardiva comporta sanzioni di tipo amministrativo.
L’erede è chiamato a compilare il modulo “Dichiarazione di successione e domanda di volture catastali”, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Tale modulo, opportunamente compilato, deve poi essere inviato per via telematica attraverso il software messo a disposizione dall’Agenzia o rivolgendosi ad un CAF. Gli eredi residenti all’estero, e impossibilitati a inviare telematicamente la dichiarazione, possono presentarla in forma cartacea presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate nella circoscrizione dell’ultima residenza italiana.
I documenti da presentare
Insieme alla dichiarazione di successione è necessario presentare i seguenti documenti:
- il certificato di morte;
- l’autocertificazione sullo stato di famiglia storico;
- la fotocopia di un documento d’identità degli eredi;
- la fotocopia della tessera sanitaria del defunto e degli eredi;
- gli atti di provenienza delle proprietà immobiliari del defunto (se presenti);
- gli atti di donazione fatti dal defunto quando era in vita (se presenti);
- due copie autentiche della pubblicazione del testamento (se presente);
- una copia autentica del verbale di rinuncia all’eredità (se presente);
- le fatture che certificano i pagamenti delle spese mediche e delle spese funebri;
- la dichiarazione della banca o della posta, che testimoni la presenza di mutui, conti correnti, libretti, azioni ecc.
Altri documenti che, se presenti, devono essere allegati alla dichiarazione di successione sono:
- un attestato con eventuali ratei di invalidità civile maturati e non riscossi dal defunto;
- la dichiarazione del datore di lavoro con le indennità maturate dal lavoratore dipendente;
- la dichiarazione societaria di titolarità e valorizzazione delle quote;
- il verbale di apertura delle cassette di sicurezza.
Dichiarazione di successione, la base imponibile
All’interno della dichiarazione di successione è necessario inserire la base imponibile, ovvero il valore netto dell’asse ereditario su cui verranno calcolate le imposte di successione. Per ottenerla, è necessario sottrarre le passività e gli oneri deducibili dall’attivo dell’asse ereditario.
L’attivo ereditario comprende:
- beni mobili, denaro e gioielli;
- i titoli presenti nell’ultima dichiarazione dei redditi del defunto;
- i beni immobili;
- le azioni;
- le quote delle società di capitali.
Le passività comprendono:
- i debiti del defunto, già esistenti al momento della sua morte;
- le spese mediche sostenute negli ultimi 6 mesi di vita;
- le spese funebri in misura inferiore o uguale a 1.550 euro.
Le imposte di successione
Inoltre, è bene ricordare che gli eredi che accettano l’eredità sono chiamati al pagamento delle imposte di successione – la cosiddetta tassa di successione -, calcolate sulla base imponibile (la quota di eredità o del legato spettante all’erede o al legatario, ottenuta dalla differenza tra l’attivo e il passivo del patrimonio del defunto). Tuttavia, per il coniuge e i parenti in linea retta la franchigia è molto alta: solamente se la quota ereditata supera 1.000.000 euro è dovuta un’imposta del 4% sulla parte eccedente.
In tutti gli altri casi, le imposte di successione sono:
- del 6% sulla quota eccedente 100.000 euro per i fratelli e le sorelle;
- del 6% senza franchigia per i parenti fino al 4° grado, gli affini in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al 3° grado;
- dell’8% senza franchigia per tutti gli altri eredi.
Successivamente alla presentazione della dichiarazione di successione, l’Agenzia delle Entrate liquida l’imposta: entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione, gli eredi e i legatari devono effettuare il pagamento su un conto corrente bancario convenzionato con l’Agenzia (l’IBAN viene indicato in sede di dichiarazione). Il pagamento delle imposte ipotecarie, catastali e di bollo deve avvenire invece attraverso il modello F23.
Per una consulenza legale in materia di successioni
I miei collaboratori e io siamo a disposizione per una consulenza legale. Lo Studio Palombarini è a Bologna in Via Bovi Campeggi, 4 e a Padova in Via S. Camillo De Lellis, 37. Potete contattarci al numero 051 581410.
Il primo appuntamento in Studio è gratuito.
Precisiamo inoltre che non è possibile dare una consulenza completa e specifica per telefono, vi invitiamo quindi a contattarci per fissare un primo incontro di persona o in videochiamata (gratuito) con l’obiettivo di valutare la situazione e per poter eventualmente formulare un preventivo di spesa, qualora siate interessati ad affidarvi a noi.