Cosa accade quando la persona che riceve l’eredità non può o non vuole accettarla? La legge prevede che possa subentrare il suo discendente, nel luogo e nel grado dell’ascendente. È il diritto di rappresentazione, sancito dall’articolo 467 del Codice civile. Nell’approfondimento che segue vediamo insieme di cosa si tratta, chi può succedere in questi casi al de cuius – cioè, la persona che è venuta a mancare e lascia la sua eredità – e cosa significa l’espressione “rappresentazione erede premorto”.
Cos’è il diritto di rappresentazione?
Il diritto di rappresentazione è un diritto riconosciuto nel contesto delle successioni ereditarie. La rappresentazione permette ai discendenti della persona che riceve un’eredità o un legato e che vi rinuncia o non può accettare quanto previsto dalla successione – e per questo chiamata rappresentata – di subentrare nella successione. Ed è un diritto riconosciuto sia nel caso di successione legittima che testamentaria.
I discendenti – detti rappresentanti – sostituiscono totalmente il rappresentato o la rappresentata, prendendone il posto. Questo diritto, infatti, ha l’obiettivo di tutelare i familiari nell’acquisizione dei beni della persona defunta.
Affinché entri in gioco però è necessario che la persona rappresentata, cioè chi rinuncia all’eredità o non possa accettarla:
- sia figlia o fratello/sorella del de cuius
- abbia espressamente rinunciato all’eredità
- oppure che si sia verificata una di queste evenienze:
– la persona sia morta prima o insieme al de cuius,
– sia indegna di succedergli, perché ha compiuto o tentato gravi atti contro il defunto quando era in vita o contro i suoi congiunti
– sia dichiarata assente, eventualità che si verifica quando un tribunale, su richiesta di determinati soggetti legittimati a vario titolo, ma accomunati dalla pretesa di avere diritti sui beni dello scomparso (art. 49 c.c.), dichiara la persona scomparsa da almeno 2 anni.
– non può partecipare alla successione
Per approfondire: Quali parenti rientrano nella successione?
Facciamo alcuni esempi per comprendere meglio quando può essere applicato il diritto di rappresentazione:
- Un genitore muore e lascia in eredità i suoi beni alla figlia. Questa rinuncia all’eredità: i figli di lei – naturali o adottivi – e quindi nipoti del de cuius, la sostituiscono nella successione.
- Un genitore lascia in eredità i suoi beni al figlio. Entrambi perdono la vita in un incidente, oppure il figlio muore prima del genitore. I figli di lui lo sostituiscono nella successione.
- Un padre muore. Uno dei suoi figli, in passato, aveva aggredito il genitore e la madre, subendo una condanna. Il figlio in questione è considerato indegno di succedere all’eredità, ma non i suoi discendenti che, invece, possono rappresentarlo nella successione, sostituendolo e ricevendo l’eredità al suo posto.
- Una madre muore e lascia un’eredità alla figlia, dichiarata scomparsa da 4 anni dal tribunale in seguito alla denuncia del marito di lei. I figli della scomparsa la sostituiscono nella successione.
- Una persona senza figli né coniuge muore, la sorella, che vive all’estero da decenni, non può rientrare in Italia. I figli di lei possono instaurare un procedimento con cui il giudice darà alla madre un termine per accettare l’eredità, se questa non accetta si intende che abbia rinunciato, e quindi i figli a quel punto potranno subentrare per rappresentazione.
Chi può succedere per rappresentazione?
Quali sono i soggetti che hanno il diritto di subentrare per rappresentazione o, meglio, chi sono i rappresentanti? È l’articolo 468 c.c. a stabilirlo:
” La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi, nonché dei discendenti dei figli naturali del defunto, e, nella linea collaterale, a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto.”
Sono tutti i discendenti senza limite di grado di uno dei soggetti che faccia parte della categoria dei rappresentati. Quindi, rientrano in questa casistica i figli legittimi – cioè, sia i figli naturali che adottivi – del rappresentato, cioè i nipoti del de cuius, oppure i figli dei fratelli e delle sorelle del de cuius.
Rappresentazione erede premorto: cosa significa?
È il caso della cosiddetta premorienza ed è uno degli esempi che abbiamo riportato più su. Si verifica quando, per esempio, una persona muore dopo il proprio figlio. Il genitore, quindi, sopravvive al figlio e alla sua morte, l’eredità che spettava al figlio defunto, passa ai figli di lui, cioè ai nipoti del de cuius.
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