“Anni difficili. I licenziamenti in Italia in tempi di crisi.” di Stefano Giubboni, Giappicchelli editore e “Lavorare meno, vivere meglio. Appunti sulla riduzione dell’orario di lavoro per una società migliore e una diversa economia” di Fausto Durante, coordinatore della Consulta Industriale della Cgil, sono due libri che trattano il tema del diritto del lavoro da diversi punti di vista e di cui consiglio la lettura a chiunque sia interessato alla materia giuslavoristica.
Il primo, scritto da un avvocato e docente universitario, tocca il difficile tema dei licenziamenti che, negli ultimi anni, hanno avuto un impatto importante a livello economico e sociale. Il secondo, scritto da un sindacalista, con prefazione di Maurizio Landini, ripercorre gli effetti della crisi economica, della pandemia e della questione ambientale sul mondo del lavoro.
Una sintesi e una critica della disciplina dei licenziamenti
“Anni difficili. I licenziamenti in Italia in tempo di crisi” è il testo pubblicato nel 2020 da Stefano Giubboni, avvocato e professore ordinario di diritto del lavoro presso l’Università di Perugia.
L’opera ripercorre la disciplina dei licenziamenti, dalla legge Fornero al Jobs Act, sino agli ultimi interventi della giurisprudenza di legittimità e costituzionale.
L’autore, in questa raccolta organica, propone una analisi critica dei numerosi aspetti della disciplina in vigore sui licenziamenti e sui rimedi ai licenziamenti illegittimi, disciplina che, ad oggi, risulta stratificata e priva di un adeguato coordinamento sistematico; per poi suggerire radicali interventi di semplificazione e di riforma in linea con le pronunce della Corte Costituzionale sul decreto legislativo n. 23/2015, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”.
Gli interventi normativi e giurisprudenziali in tema di licenziamenti sono così frequenti che si fatica a dare un quadro aggiornato in un testo scritto, poiché anche solo pochi giorni dopo la pubblicazione possono essere intervenute delle modifiche più o meno profonde.
Ed infatti dal 2020 ad oggi già sono diversi, e importanti, gli interventi della Corte Costituzionale in tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo e di licenziamento per giusta causa (sentenza 24 febbraio-1° aprile 2021, n. 59, sentenza 7 aprile-19 maggio 2022, n. 125), così come recentemente la Corte di Cassazione ha rivisto e corretto il proprio orientamento sui criteri di applicazione dell’art. 18 comma 4 dello Statuto dei lavoratori in riferimento al rapporto del licenziamento disciplinare con le sanzioni conservative previste dai contratti collettivi di settore.
In ogni caso il testo di Giubboni risulta un’importante base di sintesi (e di critica) della materia.
Dopo la crisi, un nuovo modo di lavorare è possibile?
“Lavorare meno, vivere meglio. Appunti sulla riduzione dell’orario di lavoro per una società migliore e una diversa economia.” di Fausto Durante, Futura editrice, con prefazione di Maurizio Landini, è il nuovo libro del coordinatore della Consulta Industriale della Cgil.
In quest’opera l’autore evidenzia le relazioni che intercorrono tra il tema dell’orario di lavoro con la crisi provocata dal Covid, le sfide poste dal cambiamento climatico, dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie industriali. L’insieme di questi elementi consentono di individuare una possibile nuova direzione verso la riduzione dell’orario di lavoro, fino all’obiettivo dei quattro giorni di lavoro settimanali, con conseguenti possibili vantaggi per la produttività e l’economia, per l’equilibrio tra vita e lavoro, per la cura della persona e un più completo ed organico accudimento della prole.
L’analisi dell’autore viene anche affiancata dalle esperienze che nel mondo si stanno realizzando su iniziativa di governi e sindacati, e tramite gli accordi tra imprese e lavoratori.
In questo senso anche gli Avvocati giuslavoristi italiani hanno di recente riportato un esperimento inglese, di cui riprendiamo un seguito un estratto del comunicato dell’associazione “Lavorare quattro giorni a settimana e con il 100% dello stipendio previsto, a patto che venga garantita la massima produttività. Ha preso il via a Londra l’esperimento che coinvolge studi legali, società di software, imprese edilizie, banche, ma anche piccoli negozi, coinvolgendo in totale 3.300 lavoratori.” riferendosi al progetto pilota della durata di sei mesi, seguito da esperti dell’Università di Cambridge, Oxford e del Boston College, e organizzato dal think tank Autonomy e della Ong 4 Day Week Global. “I lavoratori” prosegue il comunicato “saranno monitorati per valutare l’impatto dei nuovi ritmi in termini di salute e qualità della vita. Allo stesso tempo, saranno controllate qualità e quantità del lavoro per stabilire se sono invariate o, come ci si attende, migliorate. L’idea di base del progetto è che lavorare meno giorni a settimana possa portare benefici ai dipendenti, che si muoverebbero con più entusiasmo ed energia, e alle imprese, che disporrebbero di una forza lavoro più motivata e produttiva.”