Sono iniziate le “consultazioni” del Presidente della Repubblica per la creazione del nuovo Governo italiano.
Tutta l’attenzione dei cittadini e dei mass media è rivolta verso questo importante passaggio del nostro Paese, e la speranza è che si tratti di un passo verso una maggiore governabilità e una rinnovata crescita economica e sociale.
Le regole per questo passaggio sono dettate dagli articoli da 92 a 95 della Costituzione.
Tali articoli si trovano nel Titolo terzo (“Il governo”), Sezione prima (Il Consiglio dei Ministri).
L’art. 92 recita: “Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri, che costituiscono assieme il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.
Di seguito l’art. 93 prevede che “Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica”.
Sul tema oggi assai dibattuto della “fiducia” che il Governo deve ottenere, interviene l’art. 94 della Carta costituzionale: “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenere la fiducia.
Il voto contrario di una o entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.”
Come si vede le cosiddette “consultazioni” del Presidente della Repubblica, di cui tanto si parla in questi giorni, non sono previste dalla Costituzione, ma debbono considerarsi una prassi consolidata, ma secondo molti studiosi esse sono in realtà anche più di una semplice prassi costituzionale, ossia oramai una vera e propria “consuetudine” costituzionale, ossia una vera e propria regola da osservare, anche se non scritta.