L’omessa motivazione non provoca vizio della sentenza se il giudice è pervenuto ad una corretta soluzione del caso.
La mancanza, l’omissione ovvero l’illogicità della motivazione provocano la nullità della sentenza per difetto della struttura imposta dall’art. 132 c.p.c., nonché un vulnus al procedimento e al principio generale secondo cui tutti i provvedimenti giurisdizionali debbono essere motivati, ai sensi dell’art. 111, VI co., Cost.
Ciò per un duplice motivo: da una lato, infatti, la parte soccombente vedrebbe compresso il suo diritto di difesa; dall’altro, la motivazione deve rispecchiare il processo decisionale del giudice, cioè il ragionamento giuridico che ha portato l’interprete a decidere in quel modo. È chiaro entrambe le esigenze vengono disattese in caso di mancanza, omissione o illogicità della pronuncia.
La Cassazione, infatti, ritiene che «una motivazione inesistente o radicalmente inidonea a lasciar comprendere il procedimento logico-giuridico della decisione integra la violazione dell’art. 132, secondo comma, n. 4, c.p.c.: la sentenza è nulla, se risulta mancante dell’esposizione dei motivi sui quali la decisione si fonda, ovvero la motivazione sia solo apparente, perché non idonea a rivelare la ratio decidendi, onde ne resta impedito ogni controllo sul percorso logico-argomentativo seguito per la formazione del convincimento del giudice».
Tuttavia, secondo la Suprema Corte, esistono casi in cui la mancanza di motivazione è irrilevante ai fini della validità della sentenza. Sono casi del tutto marginali, in cui tale mancanza si riferisce unicamente a questioni di diritto e non di fatto.
I presupposti della validità di una siffatta sentenza sono due: la carenza della motivazione in diritto deve essere sostituita da una perfetta ricostruzione e motivazione del fatto oggetto di decisione; il giudice del merito deve pervenire ad un’esatta soluzione del problema giuridico sottoposto al suo esame.
Tale pronuncia, che fa discutere i processualcivilisti, contiene in effetti un’insidia intrinseca: potrebbe risultare difficile, nel caso concreto, individuare il preciso confine tra una sentenza che rispecchia i requisiti predetti, in cui la mancata motivazione è irrilevante, da una sentenza con motivazione frettolosa o inconsistente o solo apparente.
Il dubbio si può risolvere attraverso una sorta di giudizio controfattuale, in base al quale, ponendo come esistente e corretta la motivazione, il risultato della decisione sarebbe lo stesso.