Da molti anni, oltre alle attività classiche di assistenza e consulenza legale in materia di diritto di famiglia e responsabilità civile, lo Studio Palombarini si occupa anche di diritto del lavoro. Una materia di cui l’Avvocato Sergio Palombarini è appassionato da sempre, tanto da creare un sito web completamente dedicato alle questioni giuslavoristiche: Avvocato del lavoro Bologna. E proprio il tema del diritto del lavoro è al centro di 4 referendum promossi dalla Cgil, che trattano temi importanti e molto delicati. Vediamo cosa contengono i quesiti referendari e perché sarà utile informarsi bene, qualora fossimo chiamati alle urne a votare.

I 4 quesiti referendari

I 4 referendum promossi dalla Cgil toccano alcuni degli aspetti del diritto del lavoro che più impattano sulla vita e sulle prospettive di lavoratori e lavoratrici. Riassumiamo qui di seguito, in breve, cosa prevedono i 4 quesiti referendari proposti dall’associazione sindacale:

Quesito 1 – “Lavoro Tutelato”

Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi.
Nel primo quesito si chiede l’abolizione integrale del decreto legislativo n. 23 del 2015 (emanato in attuazione del cosiddetto Jobs Act). Col decreto oggetto di referendum sono state sostanzialmente eliminate – per i nuovi assunti dopo il marzo 2015 – le tutele dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, in cambio di una tutela principalmente economica (senza reintegrazione nel posto di lavoro), nella gran parte dei licenziamenti e soprattutto in quelli motivati da ragioni economiche. Un tema che tocca principalmente le aziende con meno di 15 dipendenti, tipiche del tessuto economico italiano.

Quesito 2 – “Lavoro Dignitoso”

Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese. Anche il secondo quesito riguarda i licenziamenti di lavoratori e lavoratrici delle imprese che hanno 15 dipendenti o meno. Questi, nel caso di licenziamento illegittimo, ricevono una tutela economica (da un minimo di tre ad un massimo di sei mensilità). Il referendum chiede l’abrogazione del tetto massimo delle sei mensilità, lasciando al Giudice la possibilità di riconoscere un risarcimento maggiore.

Quesito 3 – “Lavoro Stabile”

Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine. Il terzo quesito riguarda il tema della cosiddetta precarietà dei contratti a termine. Si chiede, per la stipulazione di un contratto a termine (anche per il primo di più contratti), l’esistenza di una vera e propria motivazione della temporaneità, esclusivamente in uno dei casi previsti dalla legge.

Quesito 4 – “Lavoro Sicuro”

Abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Il quarto quesito riguarda la sicurezza dei lavoratori delle imprese che svolgono lavori in appalto: si introduce la responsabilità patrimoniale anche del committente (colui che affida il lavoro in appalto) per i danni non coperti dall’INAIL subiti dai dipendenti delle imprese che svolgono i lavori.

Un voto ponderato per una materia complicata

I cambiamenti richiesti, come è evidente, sono molto delicati ed è giusto affrontarli anche con lo strumento del referendum, sebbene la via migliore sia quella della legge promulgata dal Parlamento.

Vedremo quanto la popolazione sarà sensibile (e sensibilizzata dai soggetti promotori e sostenitori dell’iniziativa) e vorrà rispondere su queste tematiche: cosa non scontata, data la notevole tecnicità degli argomenti e le diverse sfaccettature giuridiche.

In linea generale chi, anche senza voler analizzare tecnicamente i quesiti, si sente di appoggiare un’iniziativa politico-sindacale contro la “precarietà” delle lavoratrici e dei lavoratori, ragionevolmente potrà e dovrà firmare per la proposizione dei 4 referendum e poi appoggiarli, se saranno ammessi e se saremo chiamati al voto.