Il giorno 8 novembre scorso è morto Luciano Gallino, tra i più importanti socialogi italiani, impostante studioso del mondo del lavoro e delle sue evoluzioni, sia dal punto di vista del diritto, che socialogico, e anche politico.
Nelle sue analisi tutto si tiene, le scelte politiche sono analizzate nei loro effetti sulla sociologia del lavoro e sulla vita concreta dei lavoratori.
Autore di importanti saggi quali: Globalizzazione e disuguaglianze (Laterza 2000), La scomparsa dell’Italia industriale (Einaudi 2003), L’impresa responsabile (Einaudi 2005), Con i soldi degli altri (Einaudi 2005), e molti altri.
Una delle opere sue più importanti (e conosciute) è sicuramente Finanzcapitalismo, uscito per Einaudi nel 2011.
Riportiamo dal retro di copertina, “Mega macchine sociali. sono le grandi organizzazioni gerarchiche che usano masse di esseri umani come componenti o servo-unità. Esistono da migliaia di anni.
Le piramidi dell’antico Egitto sono state costruite da una di esse capace di far lavorare unitariamente (appunto come parti di una macchina) decine di migliaia di uomini per generazioni di seguito.
Era una mega-macchina l’apparato amminitrativo- militare dell’impero romano. Formidabili mega-macchine sono state, nel Novecento, l’esercito tedesco e la burocrazia politico-economica dell’Urss. Come macchina sociale, il finanzcapitalismo ha superato ciascuna delle precedenti, compresa quella del capitalismo industriale, a motivo della sua estensione planetaria e della sua capillare penetrazione in tutti i sottosistemi sociali, e in tutti gli strati della società, della natura e della persona. Così da abbracciare ogni momento e aspetto dell’esistenza degli uni e degli altri, dalla nascita alla morte o all’estinzione. Perchè il finanzcapitalismo ha come motore non più la produzione di merci, ma il sistema finanziario. Il denaro viene impiegato, investito, fatto circolare sui mercati allo scopo di produrre immediatamente una maggiore quantità di denaro. In un crescendo patologico che ci appare sempre più fuori controllo. E’ possibile correggere le storture più evidentidella civiltà malata del denaro ? Luciano Gallino, dopo aver disegnato, in un formidabile affresco, le grandi linee di questo processo, di natura epocale, prova ad indicarci le strade possibili della “salvezza”, lei vie di fuga, tutte difficili è vero, alla ricerca di nuovi, ineluttabili, contromovimenti”.
Luciano Gallino si è spento pochi giorni fa, ad età orami avanzata (era nato nel 1927), e fino all’ultimo giorno della sua esistenza è sempre rimasto concentrato e preciso nelle sue analisi, scrivendo per giornali e riviste, contribuendo all’analisi dei nostri tempi, del mondo del lavoro, anche alla luce del recente Jobs Act, e dell’evoluzione (o involuzione) della nostra società.