La Corte di Cassazione con la sentenza 17438/2012 ha affrontato il tema del riconoscimento della malattia professionale causata da un frequente uso lavorativo del telefono cellulare e dei cordless.
La Corte, in questa sentenza, tratta due tematiche principali:
– la prova della relazione tra la malattia e la sua origine professionale;
– il fondamento scientifico della relazione tra uso del cellulare e neurinoma del Ganglio di Gasser.
La Corte ha stabilito nel primo caso che la prova della relazione tra malattia e uso professionale del cellulare, che grava sul lavoratore, “deve essere valutata in termini di ragionevole certezza, nel senso che, esclusa la rilevanza della mera possibilità dell’origine professionale, questa può essere invece ravvisata in presenza di un rilevante grado di probabilità.”
A tale proposito il Giudice deve valutare in particolar modo le conclusioni sul nesso causale dedotte dal Consulente Tecnico ed acquisire tutti gli elementi utili per ricostruire entità ed esposizione del lavoratore ai fattori di rischio. (cfr., ex plurimis, Cass., nn. 6434/1994; 5352/2002; 11128/2004; 15080/2009).
Inoltre, affinché gli errori e le lacune della CTU medico-legale determinino un vizio di motivazione della sentenza, come tale ricorribile in Cassazione, ” è necessario che i relativi vizi logico-formali si concretino in una palese devianza dalle nozioni della scienza medica o si sostanzino in affermazioni illogiche o scientificamente errate, con il relativo onere, a carico della parte interessata, di indicare le relative fonti.” (cfr., ex plurimis, Cass., nn. 16392/2004; 17324/2005; 7049/2007; 18906/2007).
Nel caso di specie L’I.N.A.I.L. non aveva indicato in base a quali studi scientifici il neurinoma del nervo acustico e quello del trigemino non siano direttamente causati da una esposizione eccessiva alle radiofrequenze emesse da telefoni portatili e cellulari, così come riconosciuto dal CTU.