In Italia, il numero di persone anziane e non autosufficienti è in costante aumento. Secondo i dati più recenti, oltre il 23% della popolazione è costituito da ultrasessantacinquenni e si stima che entro il 2050 potrebbero rappresentare il 34,9% del totale. Tra questi, molti convivono con condizioni di fragilità o disabilità. Una tendenza demografica che porta con sé una riflessione profonda sul sistema di tutela giuridica predisposta per proteggere i diritti di queste categorie vulnerabili: garantire loro dignità, autonomia e sostegno adeguato è una questione di giustizia sociale e rappresenta anche un dovere etico e civile.

In questo articolo, esploreremo il quadro normativo italiano e gli strumenti legali pensati per la tutela delle persone anziane e con disabilità, per capire su quali è possibile fare affidamento.

La persona anziana come categoria giuridica: esiste uno status specifico?

Le persone anziane sono senz’altro un gruppo demografico, ma rappresentano anche una categoria giuridica unitaria, che permette di accedere a un sistema di tutele differenziate? Purtroppo, non esiste una risposta univoca e condivisa a livello universale. Nel diritto italiano, ad esempio, non esiste una categoria giuridica autonoma che definisca lo “status di anziano”, ma il raggiungimento di una certa età anagrafica viene spesso utilizzato come parametro per accedere a specifiche tutele e benefici, soprattutto in ambito previdenziale, assistenziale e sanitario.

Le persone considerate “anziane” vengono in generale identificate in base a soglie di età stabilite per legge:

  • Pensioni di vecchiaia e previdenza sociale: il requisito anagrafico per il pensionamento è fissato intorno ai 67 anni, con alcune variazioni
  • Tutele assistenziali: prestazioni come l’assegno di accompagnamento o l’esenzione sanitaria possono essere concesse a partire dai 65 anni o in presenza di condizioni di non autosufficienza
  • Tutela contro le discriminazioni: esistono normative antidiscriminatorie, specialmente in ambito lavorativo, che proteggono le persone anziane contro licenziamenti basati esclusivamente sull’età.

Tuttavia, un approccio basato esclusivamente sull’età anagrafica potrebbe non bastare a definire il quadro, perché la condizione di fragilità di una persona anziana può dipendere anche da fattori come lo stato di salute, il grado di autosufficienza e il contesto socio-economico in cui vive. In quest’ottica, l’adozione del concetto di “fragilità” potrebbe rendere più efficace l’azione normativa.

A livello europeo, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (nota come Carta di Nizza, 2000), all’articolo 25, riconosce il diritto delle persone anziane “a condurre una vita dignitosa e indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale”, mentre l’articolo 26 “riconosce e rispetta il diritto dei disabili di beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità”.

Inoltre, l’articolo 21 vieta ogni forma di discriminazione basata sull’età, fornendo un quadro di riferimento fondamentale per le legislazioni nazionali.

Disabilità: verso nuove tutele

Il Decreto Legislativo 3 maggio 2024, n. 62 rappresenta invece un significativo passo avanti nella tutela delle persone con disabilità in Italia. È il decreto attuativo della Legge Delega n. 227 del 22 dicembre 2021 e introduce importanti novità nel quadro normativo esistente, a partire dalla definizione di “disabilità”: si considera “condizione di disabilità” una “duratura compromissione fisica, mentale, intellettiva, del neurosviluppo o sensoriale che, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri”.

Non solo, vengono introdotte altre novità importanti, come:

  • La valutazione di base e multidimensionale, una nuova procedura per riconoscere ufficialmente la condizione di disabilità e costruire un progetto di vita personalizzato, con servizi e supporti adeguati ai bisogni della persona.
  • L’accomodamento ragionevole, che prevede che le istituzioni e i datori di lavoro sono tenuti ad adottare misure concrete per garantire l’inclusione delle persone con disabilità, senza imporre oneri sproporzionati.

Innovazioni che rafforzano la tutela delle persone con disabilità.

A questo proposito, potrebbe interessarti leggere anche come la sentenza 25 del 2025 della Corte Costituzionale abbia eliminato il requisito della conoscenza della lingua italiana per gli stranieri che chiedono la cittadinanza italiana quando abbiano gravi limitazioni cognitive che impediscono di impararla.

Tutela delle persone fragili: il quadro normativo generale

La tutela delle persone fragili si basa su una pluralità di norme che, a seconda delle circostanze, offrono soluzioni specifiche per proteggere i diritti di anziani e disabili. Oltre al Codice Civile che disciplina istituti come l’amministrazione di sostegno e la tutela, che hanno lo scopo di garantire il supporto necessario a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, tra i principali riferimenti troviamo:

  • La legge 104/1992, che è il quadro di riferimento per i diritti delle persone con disabilità, ne promuove l’integrazione sociale e lavorativa. E così anche per i caregiver che le assistono. Tra le tutele e misure introdotte ricordiamo: la possibilità di prendere permessi lavorativi per i caregiver o per le stesse persone con disabilità, le agevolazioni fiscali per spese mediche e acquisto di ausili, la possibilità di fruire di un congedo dal lavoro di lunga durata, e, infine, sostegno all’inclusione per garantire pari opportunità in ambito scolastico e lavorativo.
  • La legge 328/2000 ha come obiettivo la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali, con particolare attenzione alle persone non autosufficienti.
  • La legge “Dopo di Noi” (112/2016) è nata per garantire un futuro sereno alle persone con disabilità gravi, prive di supporto familiare, attraverso trust, fondi speciali e soluzioni abitative adatte.

La tutela penale: il reato di circonvenzione di incapace

Il Codice Penale prevede specifiche tutele per proteggere le persone anziane e fragili da abusi e raggiri.
In particolare, uno dei reati più rilevanti in questo ambito è la circonvenzione di incapace, disciplinata dall’articolo 643 c.p.: secondo la norma, chiunque, abusando dello stato di “infermità o deficienza psichica di una persona”, la induca a compiere un atto che comporti per lei un danno patrimoniale, è punito con la reclusione da due a sei anni e con una multa da 206 a 2.065 euro.

Questo reato si applica in particolare nei casi in cui una persona anziana vulnerabile venga manipolata per firmare contratti, testamenti o cedere o donare beni e denaro in modo inconsapevole. La legge tutela, dunque, la persona fragile da condotte fraudolente e da indebite pressioni da parte di soggetti che mirano a sfruttarne la vulnerabilità.

Potrebbe interessarti anche: Eredità. Guida completa alle successioni

Occhiali da vista su un libro aperto

Quali sono le tutele legali previste per le persone anziane e disabili?

Per prevenire tali situazioni, strumenti giuridici come, ad esempio, l’amministrazione di sostegno possono essere utili per proteggere il patrimonio e impedire danni a carico della persona anziana e/o non autosufficiente.

Amministrazione di sostegno: cos’è e quando ricorrervi

Tra gli strumenti giuridici più rilevanti per la tutela delle persone anziane e, in generale, per “le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana”, vi è l’amministrazione di sostegno, introdotta con la Legge 6/2004.

Questo istituto consente di affiancare una persona che necessita di supporto nella gestione delle attività quotidiane.

L’amministrazione di sostegno può essere richiesta quando sono presenti due condizioni:

  1. La persona destinataria deve essere affetta da un’infermità o da una menomazione, sia fisica che psichica;
  2. A causa di questa condizione, la persona deve trovarsi nell’impossibilità di gestire autonomamente i propri interessi.

A quel punto, il giudice tutelare nomina l’amministratore di sostegno che agisce nel rispetto dei bisogni e della dignità del beneficiario.

Come richiedere la tutela legale di una persona non autosufficiente?

Per attivare l’amministrazione di sostegno, è necessario presentare un’istanza al giudice tutelare del tribunale competente, corredata di documentazione medica che attesti la condizione di fragilità della persona interessata, ma non solo: si richiede di descrivere le abitudini e le condizioni di vita del potenziale amministrato, indicando anche la sua situazione patrimoniale.

Una volta ricevuta l’istanza, il giudice convocherà un’udienza per ascoltare tutte le parti coinvolte e, se necessario, disporrà una perizia medico-legale. Dopo aver valutato il caso, il giudice emetterà un decreto di nomina dell’amministratore di sostegno, specificando le funzioni e i limiti del suo operato.

La legge delega per gli anziani

Una novità recente è la legge 33/2023, nota anche come legge delega per gli anziani, che fa parte delle riforme previste dal PNRR e che rappresenta un passo avanti nella tutela delle persone non autosufficienti. Questa norma introduce una serie di misure per favorire la continuità delle cure e migliorare la qualità della vita degli over 65.

Tra le principali novità ricordiamo la definizione di un sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA) e l’istituzione dei punti unici di accesso (PUA), che consentono una valutazione multidimensionale delle necessità dell’anziano per creare un progetto assistenziale individualizzato (PAI).

Inoltre, la legge promuove nuove forme di coabitazione solidale, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e interventi specifici per i caregiver e familiari.

Strumenti di pianificazione patrimoniale per la tutela dei soggetti fragili

Come abbiamo accennato, uno degli aspetti fondamentali per garantire la tutela dei soggetti fragili, specialmente in un’ottica di lungo periodo, è la pianificazione patrimoniale. Come possiamo aiutarli? Tra gli strumenti più utilizzati citiamo:

  • Il fondo patrimoniale, che consente di vincolare determinati beni al soddisfacimento dei bisogni familiari, proteggendoli da eventuali aggressioni da parte di creditori.
  • Il trust permette invece di destinare beni o risorse a uno scopo specifico, garantendo che vengano utilizzati esclusivamente per il benessere della persona fragile.
  • Le polizze assicurative e previdenziali offrono soluzioni personalizzate per coprire i costi di assistenza e cura.

Per una consulenza legale in diritto di famiglia e amministrazione di sostegno

Comprendere le normative esistenti e utilizzare gli strumenti giuridici adeguati a tutelare le persone anziane e con disabilità è fondamentale per garantire loro una vita dignitosa, il più possibile indipendente e serena. Rivolgersi a professionisti esperti in materia legale e diritto di famiglia può quindi fare la differenza nel costruire percorsi di tutela personalizzati ed efficaci.

Lo Studio legale è a disposizione per una consulenza legale.

Lo Studio legale Palombarini è a Bologna in Via Bovi Campeggi, 4 e a Padova in Via S. Camillo De Lellis, 37. Potete contattarci al numero 051.581410.

Il primo appuntamento in Studio è gratuito.

Precisiamo che non è possibile dare una consulenza completa e specifica per telefono: vi invitiamo quindi a contattarci per fissare un primo incontro di persona o in videochiamata (gratuito) con l’obiettivo di valutare la situazione e per poter eventualmente formulare un preventivo di spesa, qualora siate interessati ad affidarvi a noi.